Friday, May 25, 2007

Giovanni Falcone, R.I.P.

Yesterday, Italy marked the 15th anniversary of the assassination of the judge Giovanni Falcone, who waged war against the Mafia in the 1990s and was rewarded with a car bomb. The bomb, which exploded near Palermo, took the lives of Falcone, his wife and his three bodyguards. A 1993 movie called "La Scorta," tells a somewhat fictionalized account of some of these events.

Italy has come a long way since Falcone's murder, as you will read in the article from Il Corriere della Sera below. It's evident in the series of events that took place to mark the anniversary, as well as the continued incarceration of people like Totò Riina (mentioned below), who was a major mafioso.

The article also mentions a bomb that exploded near the Uffizi in Florence in 1993. I was studying in nearby Siena at the time, though I was in Sicily, ironically, when the bomb went off.

I wish I could speak eloquently about what I felt at the time, but what I recall is confusion. Possibly in part because I did not live in Florence then. But I remember seeing the news on the television at the pensione where I was staying, and simply not fully comprehending that I was living in a country where organized crime fought the government by bombing a major museum.

*

NAPOLITANO: "L'ITALIA SEPPE REAGIRE ALLA MAFIA"
Il capo dello Stato nel 15esimo anniversario della strage di Capaci: "Fu il momento più alto dell'attacco della mafia allo Stato"

La "nave della legalità" che ha portato migliaia di studenti italiani a Palermo per la commemorazione di Giovanni Falcone, ucciso dalla mafia il 23 maggio di 15 anni fa (Ansa)

MILANO - La strage che costò la vita al giudice Giovanni Falcone, alla moglie Francesca Morvillo e a tre uomini della loro scorta oggi è una stele commemorativa sull'autostrada, che incrocia per pochi istanti gli occhi degli automobilisti che sfrecciano veloci nel tratto della Palermo-Mazzara che collega il capoluogo siciliano con l'aeroporto di Punta Raisi.

Ma il giorno in cui Giovanni Brusca premette il pulsante che fece esplodere il tritolo con cui era stato imbottito un canale sotto al manto stradale ha segnato forse la svolta nella storia della lotta alla mafia. Era il 23 di maggio 1992, 15 anni fa. Pochi mesi più tardi, il 19 luglio, la stessa sorte di Falcone sarebbe toccata all'altro magistrato in prima linea nella lotta a Cosa Nostra, Paolo Borsellino, ucciso sempre con il tritolo, davanti all'abitazione della madre, in via D'Amelio.

L'ANNIVERSARIO - A quindici anni di distanza i protagonisti di quelle stragi sono finiti praticamente tutti in carcere: Brusca, l'uomo che azionò il telecomando facendo saltare in aria l'auto del magistrato; Totò Riina, il gran capo di Cosa Nostra, arrestato dalla squadra del Capitano Ultimo; e Bernardo Provenzano, catturato lo scorso anno dopo una latitanza quarantennale.

La lotta alla mafia non è certo finita, ma quella stagione è forse alle spalle. E come ha ricordato anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, gli attentati avvenuti nella stagione 1992-1993 (tra gli altri episodi va ricordata l'splosioni alla torre dei Georgofili a Firenze) fu quello «il momento più alto dell'attacco allo Stato» da parte delle cosche.

"L'ITALIA REAGI'" - "La violenza efferata con cui si colpì uno dei più combattivi e moderni magistrati impegnati nella lotta alla criminalitá organizzata - ha scritto il capo dello Stato in una lettera a Maria Falcone, sorella del giudice -, replicandosi poi nel criminale attentato a Paolo Borsellino, innescò nel Paese una reazione ferma e diffusa, avviando con il concorso della magistratura e delle Forze dell'Ordine, una feconda stagione di contrasto alle vecchie e nuove forme di penetrazione e di presenza della mafia.

"Questa battaglia -aggiunge il Capo dello Stato- va ripresa e sviluppata, con l'impegno di tutte le forze politiche e sociali e con la partecipazione convinta dei cittadini."

LA NAVE DELLA LEGALITA' - In occasione dell'anniversario sono state organizzate diverse iniziative commemorative. A Palermo è attraccata anche la «nave della legalità con migliaia di giovani studenti provenienti da tutta Italia sbarcati in Sicilia per testimoniare il loro no alla mafia.

Assieme ai ragazzi, partiti martedì sera da Civitavecchia, ha viaggiato simbolicamente anche il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, già procuratore capo a Palermo. Tutti insieme si sono poi spostati a piedi fino all'aula bunker del carcere dell'Ucciardone per la cerimonia e i discorsi commemorativi (presenti tra gli altri il presidente del Senato, Franco Marini, e il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Fioroni).

Studenti manifestano nel luogo dove venne catturato Bernardo Provenzano (Ansa)
LENZUOLA A CORLEONE - Altre centinaia di studenti e docenti, accompagnati dal procuratore aggiunto Alfredo Morvillo e da Manfredi Borsellino, si sono invece recati a Corleone sui luoghi dell'arresto di Bernardo Provenzano.

Sulla strada che porta al rifugio del boss, ribattizzata "via 11 Aprile 2006, cattura di Bernardo Provenzano - mafioso," sono state stese le "lenzuola della legalità" realizzate dalle scuole.

Nel pomeriggio un corteo è poi partito dall'aula bunker dell'Ucciardone e si è snodato per le vie di Palermo fino all'"Albero Falcone," in via Notarbartolo, dove abitava il magistrato e dove alle 17.58, nell'ora esatta in cui saltò in aria l'autostrada a Capaci, è stato osservato un minuto di silenzio.
23 maggio 2007

No comments:

Post a Comment

Thanks for reading the blog!