Thursday, November 16, 2006

"Allora giunse una lettera di mio padre."

"Riconobbi la calligrafia sulla busta e non l'aprii subito, indugiai in quel riconoscimento, e riconobbi che ero stato bambino, avevo pur avuto, in qualche modo, un'infanzia. Aprii la lettera e la lettera diceva:

'Mio caro ragazzo,

tu sai e tutti voi sapete che sono stato sempre un buon padre, e per la mamma vostra un buon marito, insomma un buon uomo, ma ora mi e' successo una cosa, e sono partito, ma voi non dovete giudicarmi male, sono rimasto lo stesso buon uomo che ero, e per voi tutti lo stesso buon padre, un buon amico per la mamma vostra e per di piu' potro' essere un buon marito per questa, diciamo, mia moglie nuova con la quale sono partito. Figli miei, io vi parlo senza vergogna, da uomo a uomini, e non chiedo il vostro perdono. So di non far male a nessuno.'"

This is an excerpt from chapter two of "Conversazione in Sicilia," by Elio Vittorini, which I am currently reading. Or I should say re-reading, but frankly, the book I remember reading by this title is slightly different. For example, I don't remember this allucinante letter from the narrator's father. Cari lettori, what do you make of it? Il padre dice che sa di non aver fatto male a nessuno. Come?!

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