Sto sfogliando tutte le favolose riviste italiane che il Nostro Inviato mi ha riportato da Firenze, e quasi ogni pagina trovo delle parole e frasi inutilmente tradotte in inglese! Ripeto: inutile!
Per esempio, se apriamo il nuovo numero del Panorama ("Tutti a Lezione di Sesso"....assurdo!), troviamo un'intervista con Isabella Orsini (che appare sulla copertina) in cui l'intervistatore chiede, "Cosa pensa dell'overdose di corsi di sesso?" Perché si usa 'overdose'? A parte che credo sia un' espressione stupida, non c'è una parola in italiano che si può usare: sovradossaggio? L'ho sentito dire quando io vivevo in Italia.
Poi sempre in quella intervista, c'è la parola 'training' (Isabella dice che lezione di sesso dovrebbe includere "un training all'amore vero"). Non si può usare la parola 'addestramento'? Sennò, ci sarà un'altra parola in italiano, no? Tipo, non so, 'formazione'?
Altri esempi che ho trovato solamente in questo numero (per fortuna, gli editori Bell'Italia e V&S hanno più stima per la madrelingua della maggior parte dei suoi abbonati):
Mish-mash
Nonprofit
Mister
Traffic Festival
Serial killer
Snack ('merenda' non ci sta?????????? Fate conto: la parola va usata in questo caso per descrivere la bruschetta, il quale come antipasto o merenda ormai sta conquistando gli USA; quindi voi state parlando di uno snack e gli Americani stanno ordinando la bruschetta in ristoranti. Una follia!)
Questi esempi vanno al di là delle parole più comuni come computer o footing o feeling o dj che si usano in italiano ormai da anni.
Per non parlare delle pubblicità. Ne cito una: per la casa di Reda, che produce tessuti. La pubblicità dice: Reda, finest fabrics made in Italy.
Ora spiegatemi questo: una società italiana produce un prodotto tradizionalmente italiano e crea una pubblicità in cui vuole vantarsi del fatto che la sua stoffa è sempre fatta in Italia, e la pubblicità appare su una rivista italiana, i cui lettori sono per la maggior parte italiani che parlano...italiano....e la pubblicità va scritta in inglese?????????
Non ci posso credere!
Aggiungo un'altro pensiero, ovvero fatto, e poi si chiude. Quattordici anni fa quando andai a studiare in Italia per la prima volta, la sezione per gli studi italiani nella facoltà di lettere dove ero matricolata in università era cosi piccola e poco frequentata che mentre studiavo a Siena, si temeva che stesse per chiudere.
Dieci anni dopo, quando sono tornata all'università per un raduno di amici e professori, il numero di professori che insegnavano italiano era raddoppiato, e c'era pure un lettore che veniva dall'Italia per l'anno.
E non solo all'università piccola dove studiavo io. Per gli USA, c'è un forte aumento nel numero di persone che studiano italiano. E fuori della sfera universitaria, c'è una mania per la cultura italiana e soprattutto la cucina italiana (finalmente, gli americani stanno cercando di creare piatti italiani autentici, e non solamente a New York). Appunto, la bruschetta ormai si trova dappertutto! L'americano medio ora sa che cos'è la bruschetta! Forse vi sembra roba da poco, ma vi rassicuro non lo è!
Capito che vi voglio dire?
A parte l'uso ingiustificato di parole straniere messe così un po' "a cazzo", i giornali italiani sono vera spazzatura e discutono argomenti inutili per non parlare di quello che realmente accade di grave.
ReplyDeleteAh...grazie per aver citato il mio blog nel post precente :-D
ReplyDelete:D ciao:D
ReplyDeleteti linko presto:D
Sfogati pure ciambellina, il blog serve anche a questo!
ReplyDeleteCiao a tutti!
ReplyDeleteAggiungo due altri pensieri: la vostra è la lingua di Dante!
E poi, leggevo il nuovo numero di Budget Travel ieri (rivista favolosa) in cui c'è un brano su Montreal, e li, si organizza un concerto che si chiama "Suoni Per Il Popolo." Non l'ho tradotto in italiano -- il concerto in Canada ha un nome italiano (è organizzato dai proprietari di un locale che si chiama La Sala Rossa). Vedete? Fuori dell'Italia, la gente va pazza per la vostra lingua!
In effetti molti termini inglesi vengono usati in Italia anche quando non ce ne sarebbe bisogno e quando avremmo un vocabolo altrettanto adatto.
ReplyDeleteIn altri casi, invece, la parola inglese è effettivamente più immediata e capita subito da tutti con quel significato.
Come in tutte le cose, secondo me, sono gli eccessi che stonano.
Non approvo chi usa termini inglesi in continuazione, ma neanche farei una campagna per togliere tutte le parole inglesi dal nostro vocabolario, come mi risulta sia stato fatto in Francia, dove hanno addirittura tradotto in francese tutti i termini legati all'informatica e ai computer, che ormai sono usati in tutto il mondo.
Ciao
Lucy (anch'io sto usando un nome inglese...)
Beh, l'Inglese è una lingua "bastarda": ha assorbito tutto dai Sassoni (un buon 30%) dal Francese (un buon 50%) e dal Latino (il restante 20%).
ReplyDeleteI nobili inglesi la consideravano una lingua per il popolino ignorante, preferendo parlare e scrivere in un pessimo Francese fino al XVII secolo.
Quest'anno ho frequentato alcune lezioni di conversazione Inglese con un'insegnante americana, pagata dall'azienda per cui lavoro che ha risparmiato non incaricando un'insegnante britannica: ho chiesto all'insegnate cosa pensava del mio Inglese e mi ha risposto che parlo un inglese antico da signore del 1700.
In effetti ho imparato l'Inglese sui classici: Chaucer, Marlowe, Shakespeare, Edward Lear, Laurence Stern, Wilde e Joyce sono stati i miei insegnanti d'inglese.
Ma l'Inglese ha qualcosa di diverso dall'Italiano che lo rende affascinante: a fronte di una evidente povertà lessicale, con la costruzione del periodo si possono creare sfumature e toni particolari per esprimere il proprio pensiero.
L'Italiano è molto più ricco di sfumature lessicali ma c'è meno colore nell'espressione di una frase: questa è la ragione per cui è più difficile fare poesia in Italiano che in Inglese, ma quando si riesce a "poetare" in Italiano il risultato è davvero strabiliante.
Ciao ragazzi!
ReplyDeleteGrazie per le risposte. Guardate che sono passionata della lingua inglese. Come dice Lucy, l'uso dell'inglese stona soprattutto quando c'è una parola italiana adattissima per il significato che uno vuole esprimere.
Dall'altra parte, ha ragione sempre Lucy quando dice che non è giusto abolire l'uso di parole e termini in inglese.