Thursday, January 20, 2022

Caro diario (Day 3): lo 'spartiacque' di Auschwitz

My plan? To write as if I am writing in my journal and to simply do so in Italian. Do you want to join me? In Italian or any language you want to practice. Here we go:

Caro diario,

L'anno scorso quando sono andata a New York per fare ricerca sulle scrittrici italiane che sono sopravvissuti ad Auschwitz o altri campi d'annientamento e hanno raccontato le loro esperienze, ho scoperto tanti libri fantastici.

Sono andata con lo scopo di tradurre dei racconti della scrittrice Edith Bruck ma anche trovare altri libri da scrittrici come lei, testimoni dello Shoah. C'ero perché avevo vinto una borsa dalla biblioteca pubblica a New York (New York Public Library -- NYPL).

Ho sfogliato un sacco di libri, compreso questo libro:

Dopo il fumo: Sono il n. A 5384 di Auschwitz Birkenau

L'ha scritto Liana Millu, autrice pure del libro Il fumo di Birkenau. E sfogliando il libro, ho trovato un brano che mi ha colpito -- il modo in cui lei percepisce la propria vita:

“Venne il funesto 1938 con le leggi razziali; poi la guerra, e con la guerra, uno spartiacque che da solo determina un “prima” e un “poi”: venne Auschwitz.”

Uno spartiacque che da solo determina un “prima” e un “poi”: venne Auschwitz. Una frase da mozzafiato. Significa che mentre gli altri forse usano le date di matrimonio o la nascita di un bambino per determinare i periodi importanti della propria vita, Millu fu costretta a ricordare Auschwitz come  il punto di referimento maggiore sulla mappa dei suoi giorni.

Per modo di dire: non c'è un'uscita. Un club per la vita.

Mi sentivo a volte sopraffatta da quello che scoprivo durante il periodo di ricerca perché si tratta di un male talmente vasto e potente che mi fa paura anche a distanza di anni. Leggo la frase 'venne Auschwitz' e mi fa rabbrividire.

Sopraffatta anche perché ho da imparare tante cose e mi chiedo, come posso essere utile? Basta tradurre, basta studiare le opere di queste donne? Aiuta? Chissà.

C'era una volta che pensavo di aver imparato abbastanza della Seconda Guerra Mondiale. Ora so che non mi riesce mai ad imparare abbastanza -- fino all'ultimo, dovrei impegnarmi ad imparare e leggere di più.

Perché non posso mai capire fino in fondo la sensazione di quello spartiacque che divide la vita dei sopravvissuti in due.

-30-


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